Sfoghi di ferragosto

Prima o poi  i fratelli berlusconiani (come i fratelli  musulmani) dovranno farsene  una ragione. ll caro leader, l’amico di Putin e di Gheddafi, sta arrivando al capolinea.  Non con gli onori dello statista, come lui pretendeva di accreditarsi agli occhi di molti italiani, ma  con l’ ignominia di chi ha rubato allo Stato, cioè agli italiani stessi, compresi quelli che lo hanno votato.

Nell’Ottobre 2010 (avevo da poco riletto la vecchia frase  di Montanelli  “Berlusconi è un piazzista che trascina con false promesse, e che governa con molta corruzione; un bugiardo convinto”)  io scrivevo in un libretto così: “B. è un personaggio tragicomico. Il denaro e il potere non gli bastano per ridurre la sua angoscia; ricorre al burlesco per nascondere il funereo. Narcisista conclamato con un carattere robusto, sa resistere ad ogni pressione. E’immorale e inquinante. Sarà difficile liberarsene senza violenza e sarà poi duro il risanamento  della moralità individuale e sociale”.

Qualche mese più tardi aggiungevo: “E’ un miliardario narcisista alla ricerca spasmodica di potere-consenso. Concentrato su se stesso è incapace di gestire la cosa pubblica. Non se ne andrà mai pacificamente. Andrebbe affidato alle cure di una squadra di psicanalisti”.

 Oggi, rimango della stessa opinione. Aggiungo soltanto una previsione: l’agonia sarà lunga e sarà caratterizzata, in un crescendo rossiniano,  dalle minacce dei falchi e dai  piagnistei  delle colombe. Il caimano, da vecchio attore, alternerà scene di arroganza simulando un ritorno in auge (ad uso dei più gonzi)  a sceneggiate patetiche (per i delusi). Cercherà in ogni modo di recuperare quel consenso-potere di cui ha un bisogno vitale. E farà di tutto per evitare la disperazione  che deriverebbe da una fine penosa: ignorato ed evitato dal “suo popolo”. Meglio martire che sconfitto – pensa – almeno qualcuno potrà rimpiangermi. Infatti, ciò è più compatibile con l’immagine esagerata che ha di sé.

 Veniamo ai suoi colonnelli e alle sue amazzoni.

Oggi, dopo la sentenza della cassazione che lo condanna a 4 anni di detenzione per frode fiscale e all’interdizione dai pubblici uffici per almeno tre anni, non ci sono più le “ragioni politiche” contrabbandate per anni dagli aficionados.

La frode fiscale (270 milioni di Euro), come le appropriazioni indebite, la corruzione di magistrati nel caso Mondadori, la corruzione del teste Mills, la prostituzione  minorile … non hanno niente di  “pppolitico” (con tre p) come dicono le amazzoni del cavaliere. Si tratta di delinquenza comune!

Qualcuno dovrebbe ricordare a Sandrobondi (l’uomo con l’espressione fissa di uno  a cui  è appena sfuggito un peto) e a Danielecapoccioni ( il cretino  travestito da pappagallo, dall’ eloquio senza pensiero) questa farse di Bertold Brecht:

Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente

Gli altri, i fedelissimi del Pdl, hanno le loro ragioni per lamentarsi e schierarsi in favore dell’ “amato Silvio”. Ma non sono le ragioni della maggioranza degli italiani.  E di questo se ne dovranno fare  una ragione! 

Quanto ai  7.332.121 elettori che hanno votato Pdl nel 2013, anche questi italiani si stancheranno di sentirsi vittime  di “falsificazione e perdita di memoria storica, corruzione del linguaggio, annullamento dell’identità individuale” e  impareranno a vivere senza il “caimano”, facendosene una ragione.  C’ è soltanto da aspettare.

Allora, con buona pace dei Bondi-Brambilla-Brunetta-Capezzone-Cicchitto-Galan-Gasparri-Gelmini-Ghedini-La Russa-Prestigiacomo-Sallusti-Santanchè-Verdini — e un altro centinaio di ultras,  se ne sarà fatta una ragione  la stragrande maggioranza degli italiani . 

 Nel frattempo, i vari sinistri del PD devono  stare fermi e zitti.  La pera è matura , se deve cadere, cadrà da sola, senza il loro aiuto!

Per i prossimi due mesi parlino UFFICIALMENTE soltanto Enrico Letta per il governo e Guglielmo Epifani per il partito.  Poi il congresso. Amen.

 

Un saluto ai compagni, Raffaele Giannini

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