Mors tua, vita mea? No, tutti insieme appassionatamente.

Alla vigilia del voto sulla fiducia al governo Letta  i parlamentari del Pdl hanno dato vita ad una sorta di competizione dividendosi tra falchi e colombe. Fino a pochi minuti prima di esprimere il proprio parere in aula, i cosiddetti  falchi erano rappresentati da Bondi, Brunetta, Santanché, Schifani, Verdini , oltre che dallo stesso Berlusconi.

Sull’altro fronte, il gruppo delle colombe era composto dai cinque ministri Pdl in carica, Alfano, Di Girolamo, Lorenzin, Lupi, Quagliarello e da tre veterani come Cicchitto, Formigoni  e  Giovanardi.

Le colombe capitanate da Alfano erano per la fiducia.  I falchi guidati da Berlusconi erano per la sfiducia. Tutti gli altri, apparentemente equidistanti, si limitavano a confermare fedeltà al caro leader, a prescindere.

Ascoltando le dichiarazioni dei parlamentari pidiellini sembrava che lo scontro dovesse essere “all’ultimo sangue” e rievocavano la locuzione latina  Mors tua, vita mea, cioè morte tua,  vita mia. Quella  frase che in passato si usava quando in una competizione ci poteva essere un solo vincitore, ad esempio tra i gladiatori nell’arena.  (Ancora oggi viene  usata per descrivere efficacemente  un comportamento opportunistico e vuole significare che il fallimento di uno costituisce il requisito indispensabile per il successo dell’altro).

Chi avrebbe vinto il duello tra Alfano e Berlusconi?

Gli italiani, anche quelli non appartenenti al centro-destra, erano in ansia. Stavano per essere testimoni di una battaglia epocale, che  avrebbe mostrato  un vincitore e uno sconfitto, e finalmente un cambiamento nel Pdl.

Intanto i protagonisti delle due fazioni  scaldavano l’ambiente Intorno ai palazzi delle politica con dichiarazioni e commenti ripresi puntualmente dai media:

I falchi in coro: “ Con Silvio a qualsiasi costo.

Denis Verdini: “Berlusconi tocca l’anima”

Brunetta: ”I Senatori Pdl all’unanimità voteranno la sfiducia

Rotondi: “Sulla fiducia al governo nessuno mi ha consultato; ci devo pensare. Con me candidato premier vinciamo!”

Senatore Pdl Giovanardi: Io rimango nel Pdl  dove mi hanno messo gli elettori”.

Mussolini: “ Alfini (Alfano ndr)non vincerà mai”.

Cicchitto:”Sotto la guida di Alfano per rilanciare il centro destra”.

Quagliarello: “La vicenda personale di Berlusconi si scontra con interessi Paese”.

Berlusconi sembrava trovarsi nella  situazione di Napoleone quando “l’intendenza non lo seguiva più”. Non c’era il coro  unanime come una volta; eppure lui insisteva sulla linea dura: “Letta e Napolitano sono inaffidabili” perché avevano  permesso il suo «omicidio politico»;  smentiva un suo possibile passo indietro: «Domani il Pdl voterà la sfiducia al governo”. ”Con Alfano segretario siamo scesi al 12%”

Poco più tardi in Aula, messo davanti alla scelta fra una palese sconfitta politica e una altrettanto clamorosa retromarcia, il Cavaliere  optava per la seconda:  “Abbiamo deciso, non senza interno travaglio, per il voto di fiducia  al governo Letta.”

Poi, uscendo da Palazzo Madama  aggiungeva: “Non c’è stata nessuna marcia indietro”.

Chissà se il Cavaliere senza cavallo si rendeva  conto che  stava passando alla storia per aver inventato una nuova specialità olimpica?  Il salto teso in avanti -raggruppato in dietro – con avvitamento.

Forse il Caimano aveva premeditato quell’esibizione spettacolare. Sta di fatto che la sua ennesima giravolta  veniva premiata dagli  applausi di entrambe le fazioni del suo schieramento.

Schifani: ”Lo sconfitto è colui il quale voleva , lucrando sulla rottura del Pdl, governare con una maggioranza figlia di un centro-destra diviso. Questo non è avvenuto. Abbiamo dimostrato oggi grande responsabilità, ma la nostra responsabilità non è indeterminata nel tempo. ”I 25 dissidenti? Non li considero più tali, visto che tutto il gruppo ha votato allo stesso modo”

Duetto Formigoni-Santanché:

Lei: Berlusconi è il vero vincitore, ancora una volta lui ha messo la faccia. Io, come altri, ho dato il voto di fiducia per esprimere la mia fiducia a Berlusconi, non al governo.” “Prima di tutto sono italiana e poi berlusconiana”. E’ vero che solo i cretini non cambiano idea, ma io sono un paracarro(Se lo dice lei)

Lui: “Non siamo dei traditori, chi lo ha detto in Aula se lo dovrà rimangiare visto che poi si sono allineati tutti sulle nostre posizioni”. “Se ci separeremo e i vecchi compagni di cammino useranno Forza Italia, noi potremo rimanere Popolo delle Libertà. Io ho proposto  I popolari e voglio che il nostro partito sia integralmente democratico”

Dopo il pronunciamento della Giunta per le elezioni del Senato , favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, sia i falchi che le  colombe si sono affrettati a solidarizzare con il caro leader  mostrando, una volta ancora, chi è il vero padrone del Pdl.

Giovanardi:  “Attraverso macroscopiche e ripetute violazioni della nostra Costituzione e dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, siamo arrivati al primo atto di una ‘mascalzonata’ consumata ai danni di Silvio Berlusconi”.

Ministro Lupi : La decisione della Giunta per le elezioni del Senato non è una bella pagina per la democrazia italiana. Mi auguro che ora l’Aula del Senato abbia un sussulto di garantismo e di affermazione dell’autonomia del potere legislativo e confermi al presidente Berlusconi la rappresentanza di dieci milioni di cittadini italiani che l’hanno votato”

Ministro Alfano: “La risposta della Giunta è un’accelerazione anomala nelle procedure e svela un accanimento che nulla ha a che vedere con la Giustizia”.

Ministro Lorenzin: “La Giunta per le elezioni del Senato ha deciso con una nuova accelerazione, rinunciando a verificare la costituzionalità delle legge. Resta il sospetto di volere chiudere così la guerra dei vent’anni contro il nemico Silvio Berlusconi”

Schifani: “Verdetto politico. Chiederemo a Grasso di fare chiarezza. Berlusconi resterà, comunque il leader indiscusso del centrodestra”.

Santanché: “Infamia politica si aggiunge a infamia giudiziaria”

Brunetta: “Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell’uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di metà degli italiani.”

Bondi: “Io pongo oggi e porrò anche in futuro, finché avrò voce, un problema morale. Come possiamo assistere alla defenestrazione del presidente Silvio Berlusconi da parlamentare per mano di un partito, il Pd, con il quale collaboriamo in Parlamento e al governo?

A questo punto andrebbe  rivolta una domanda  ad Enrico Letta: come si fa a governare con questi alleati? Ma soprattutto: quando cominceranno  a parlare i rinnovatori della politica?                                                                                                     

Finora hanno parlato soltanto i tifosi e i restauratori. Berlusconi prima o poi uscirà di scena , ma il berlusconismo rimarrà anche senza di lui. Non sarà possibile fare molta strada con gli imbalsamatori come Bondi, Brunetta, Formigoni, Schifani, Lupi, Quagliarello e tutti gli altri appartenenti al partito di plastica.

Tutti insieme appassionatamente è il titolo di un film musicale americano del 1965, buono per chi ama il genere, ma non può essere un progetto di governo per l’Italia di oggi.

Queste giornate potevano essere una festa per la democrazia, ma  il quadro politico continua a essere sconfortante. La “grande coalizione”,  sulla quale  avremmo volentieri riposto le speranze di cambiamento,  si sta rilevando troppo modesta.

E’ l’ora di una sinistra rinnovatrice. C’è urgente bisogno di idee, progetti, confronti e azioni, per cambiare il modo di concepire il potere politico, economico e sociale. Bisogna iniziare subito, per bloccare i processi crescenti di impoverimento. Prima che la rabbia precipiti nella disperazione.

Urge un ripasso di quella che è la nostra strada maestra: la Costituzione. Cioè       lavoro, legalità e abolizione dei privilegi, giustizia sociale, libertà ,solidarietà, dignità.

Tutto il resto è fuffa: chiacchiere senza fondamento,  merce dozzinale, ciarpame.

AUGURI  A  ENRICO  LETTA e un saluto ai compagni. Raffaele Giannini

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